L’antiriciclaggio non va in vacanza!
Nel corso dell'ultima diretta formativa di Nimble (Adeguata verifica della clientela semplificata, ordinaria e rafforzata: differenze, modalità di applicazione, 13 giugno 2024) abbiamo parlato di adeguata verifica della clientela, ma ci è stato subito chiaro, anche alla luce dei commenti che abbiamo ricevuto, che non è sufficiente profilare il cliente all’atto del conferimento del mandato e poi archiviare il suo fascicolo. Al contrario, per ogni consulente antiriciclaggio è fondamentale verificare sempre che le informazioni possedute siano attuali.
Se l’adeguata verifica della clientela deve essere considerata l’architrave delle attività antiriciclaggio da attuare costante in studio, è altrettanto vero che il controllo costante può essere inteso come la manutenzione. Proprio come la manutenzione, il controllo costante si può definire di due tipologie: ordinario e straordinario.
Antiriciclaggio: il controllo costante “ordinario”
All’atto della valutazione del cliente, il controllo costante “ordinario” consiste nell’assegnare al cliente una tipologia specifica di adeguata verifica (semplificata, ordinaria, rafforzata) che ci indica la tempistica entro cui dovremo andare a ri-analizzare il nostro cliente (che può variare dai 6 ai 36 mesi). Qualora nel corso del rapporto non sopraggiungano delle modifiche della prestazione o del cliente, la verifica delle informazioni (non quella dei comportamenti anomali, che invece deve essere costante e di pari passo con l’erogazione della prestazione professionale) può essere effettuata alla scadenza del termine prefissato.
Antiriciclaggio: il controllo costante “straordinario”
Il controllo costante “straordinario” entra in gioco qualora vi siano delle modifiche della prestazione professionale o del cliente, un passaggio che rende necessario procedere all’aggiornamento del fascicolo antiriciclaggio (AML).
Antiriciclaggio - I passaggi in fase di controllo costante
La prima attività da svolgere in fase di controllo costante è verificare se le informazioni possedute sul cliente sono ancora valide, per poi analizzare la congruità tra la prestazione erogata e le esigenze del cliente - ovvero se tutte quelle informazioni acquisite sul cliente rendono ancora attuale la valutazione inizialmente effettuata o se dobbiamo procedere ad una sua nuova valutazione. Infine controllare che i documenti acquisiti siano ancora in corso di validità.
Un’attività, quindi, che impone ai consulenti antiriciclaggio (compresi quelli di Nimble) di “essere sempre sul pezzo” con quella che è la posizione del nostro cliente, non solo per farsi dare la pacca sulla spalla in caso di controllo, ma soprattutto per verificare se le procedure antiriciclaggio sono funzionali, effettivamente applicate e utilizzate durante l’erogazione delle prestazioni professionali.
L’impianto antiriciclaggio è quindi il risultato di una serie di operazioni e verifiche. Se vogliamo continuare a intendere il controllo costante come l’opera di manutenzione del nostro architrave (l’adeguata verifica), dovremo controllare anche lo stato di salute dei pilastri sui quali si regge.