Il modello 231 è un modello organizzativo e di gestione volto a regolare e definire la struttura aziendale e la gestione dei suoi processi e diretto, qualora venga correttamente applicato, alla riduzione del rischio di commissione di illeciti penali.
In altre parole, il modello 231 permette la dispensa dai reati imputabili ai singoli dipendenti (NB non qualsiasi reato, ma solo quelli individuati dalla norma, quali per esempio reati contro la Pubblica Amminstrazione (PA) e reati contro la salute e sicurezza sul lavoro) e tramite la sua corretta compilazione l’azienda potrà chiedere la esclusione o limitazione della propria responsabilità.
Modello 231: che cosa contiene
Il modello 231 consiste in una serie di documenti che vanno a comporre un vero e proprio sistema di gestione preventiva dei rischi, difatti al suo interno si trovano:
Disposizioni organizzative;
Procedure e modulistica;
Codici comportamentali;
Software;
Commissioni.
La documentazione in questione non può che essere prodotta sulla base di un’analisi dei rischi nella quale devono essere individuate le aree di rischio (con riferimento alla commissione di illeciti), deve essere calcolata l’effettiva possibilità di commissione di illeciti e, infine, deve essere definita la struttura per la gestione e la prevenzione dei reati, con particolare riferimento al flusso delle informazioni, alle risorse allocate e ai principi etici adottati.
Modello 231: obbligo o facoltà?
L’adozione del modello organizzativo e di gestione non è obbligatorio, ma si può dire che sia fortemente consigliato, in quanto se presente e adeguato, oltre a ridurre il rischio per l’azienda di rispondere dei reati previsti dal Decreto legislativo, in molti casi è previsto come requisito preliminare per l’accreditamento in specifici settori e, in particolare, concorre nella determinazione del rating d’impresa previsto dal Codice degli Appalti Pubblici (Dlgs 50/2016) (fonte: Rivista 231).
Altro fattore a favore dell’adozione del modello 231 è la garanzia o fiducia da parte di aziende o soggetti terzi, i quali potranno dare una maggiore fiducia alle aziende che dimostrano la loro capacità non solo di prevenire i reati, ma anche, qualora si verifichino, di rispondere e di “uscirne pulite”, quindi senza minare i rapporti creatisi.
Modello 231: è utile?
In conclusione, adottare un Modello 231 può portare solo benefici, in particolare per quelle realtà che operano o desiderano operare per o con la PA, in quanto dimostra una profonda conoscenza dei processi aziendali interni e dei rischi che questi comportano con, tra l’altro, la capacità di gestione degli stessi.
Riccardo Ajassa è Dottore in giurisprudenza. Dal 2018 è Consulente della privacy e studia la normativa in materia di protezione dei dati personali. Dopo aver visto moltissime realtà e aumentato la sua esperienza in campo privacy, da alcuni mesi si sta specializzando anche in tema di cyber security.