L'aumento dell'uso di internet ha portato alla stesura del Regolamento dell'Unione Europea 276/679 GDPR in materia di trattamento dei dati personali e di privacy, secondo la quale l'interessato deve sapere se e come i suoi dati vengono utilizzati. Tra le normative, il Considerato 38 del GDPR recita che il minore deve essere istruito sull'importanza di tutelare la propria e l'altrui privacy.
Un po’ di numeri.....
Negli ultimi anni l'utilizzo di internet è fortemente aumentato.
Nel 2014 la percentuale di fruitori tra i 6-10 anni era al 13%, per salire nel 2015 al 15%. Sempre nel 2014 si connettevano quotidianamente alla rete circa il 38% dei ragazzi tra gli 11-13 anni. Una ricerca stimava che nel 2018 il 4% dei giovani abusasse delle nuove tecnologie, circa 300.000 giovani tra i 12 - 25 anni aveva dipendenza da Internet.
Lo sviluppo degli smartphone ha poi reso la rete di facile accesso, il 97% degli adolescenti tra i 15-17 anni si collega quasi tutti i giorni, mentre il dato tra i 6-10 anni si stabilizza al 51%, il 94% delle famiglie italiane con un figlio minore dispone di una connessione da casa.
Questa progressione ha però portato anche a situazioni spiacevoli e inopportune, recenti indagini hanno stabilito che il 14,50% dei ragazzi ha scoperto che il "qualcuno" con cui si era entrati in contatto non era la persona che diceva di essere. Nel 2021 siamo passati al 22% dei giovani che ha subito comportamenti offensivi o violenti tramite il web.
Cifre e percentuali che sono pressoché simili nei principali paesi europei come Francia, Regno Unito e Spagna.
Il Regolamento UE 2016\679
La situazione, sempre più fuori controllo, ha portato (precisamente il 27 aprile 2016) alla stesura del regolamento dell'Unione europea 276\679 GDPR in materia di trattamento dei dati personali e di privacy (regolamento europeo privacy), pubblicato il 04 maggio 2016 e operativo dal 25 maggio 2018.
Il testo abroga la Direttiva 95/46/CE in materia di dati personali/privacy, pensata in un momento storico nel quale solo l'1% della popolazione europea utilizzava internet e dove le persone non pubblicavano, più o meno inconsapevolmente, dati considerati sensibili, ma soprattutto non c'era una distinzione tra il trattamento dei dati dei minori e quello degli adulti.
In questo modo è cambiata la visione del dato personale, che è passata da quella "proprietaria" a quella di "controllo del dato", nella quale l'interessato deve sapere se e come i suoi dati vengono utilizzati.
Visti allora i numeri sopra riportati, l'articolo 8 del GDPR (General Data Protection Regulation) prevede che nell'ambito delle offerte dirette di servizi ai minori, il trattamento dei dati è lecito ove il minore abbia almeno 16 anni. Uno stato membro può però derogare questo limite fino a 13 anni, quindi redigendo un'apposita normativa nazionale può prevedere un limite di età di 15-14-13 anni.
In sintesi, stando a quanto si legge sul Regolamento Europeo, un cittadino non è più un minore una volta compiuti i 16 anni; al contrario, al di sotto dei 13 occorre che il consenso sia data dai genitori o di chi ha la responsabilità genitoriale. Quella dell'età potrebbe rappresentare però una delle potenziali incertezze/problematiche del regolamento, perché per esempio la legge italiana sancisce la capacità di agire al compimento del diciottesimo anno di età, il tutto però riprende una logica coordinativa se pensiamo a normative speciali come nel mondo del lavoro.
Leggi di più: Il GDPR in Italia [Decreto n.101/18 del 10 agosto 2018]
Perché i minori vanno tutelati?
La necessità di tutelare il minore in ambito digitale deriva, come detto, dal suo prolungato tempo di esposizione a contenuti spesso non controllati, unita ad una capacità di comprensione del reale non completamente formata.
I minori, infatti, si espongono anche inconsapevolmente al tracciamento, sono meno consapevoli delle conseguenze e dei loro diritti, accettando magari servizi di provenienza non verificata o che potenzialmente possono arrecare danni di identità' e immagine, per non arrivare a casi estremi di adescamento.
Il Considerato 38 del GDPR recita il ruolo fondamentale della scuola e della famiglia in materia di privacy dei minori, il minore deve essere istruito sull'importanza di tutelare la propria e l'altrui privacy, l'importanza della comprensione delle nuove tecnologie e dei rischi connessi.
Per evitare di incappare in qualsiasi errore di valutazione o svista è cosa buona e giusta affidarsi ai consulenti esperti. Attraverso la presenza costante e il monitoraggio delle attività, il professionista ha la tranquillità che tutti i punti della normativa siano presidiati e che la conformità sia mantenuta nel corso del tempo.